domenica 5 maggio 2024

IL RE





FERMIAMOCI SPESSO DAVANTI AL RE
Sia lodato e ringraziato ogni momento, il SS. e Divinissimo Sacramento





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giovedì 2 maggio 2024

Madonna delle Lacrime di Siracusa

Prodigioso quadretto in gesso della Madonna delle Lacrime di Siracusa

"Il pianto di Maria è struggente manifestazione della tenerezza di una madre, ma anche accorato richiamo all' urgenza della conversione. La Madonna invita ciascuno ad una profonda revisione del comportamento". GIOVANNI PAOLO II, Visita Pastorale a Siracusa 5-6 Novembre 1994

LACRIMAZIONE DELLA MADONNINA A SIRACUSA

29 AGOSTO – 1 SETTEMBRE 1953

Brevi cenni storici e considerazioni

Era il 29 Agosto del 1953 quando, in una piccolissima ed umile casa tipicamente “buggariota” (della borgata), sita in Via degli Orti di S. Giorgio n. 11 a Siracusa, avvenne un inspiegabile miracolo: un quadretto di gesso raffigurante il cuore immacolato di Maria pianse. E lo fece per quattro giorni consecutivi.

L'effige della Madre SS. lacrimò in una casetta di giovani sposi, i coniugi Iannuso, proprio quando la ragazza, Antonietta, era incinta e stava soffrendo gravi problemi di salute derivanti dalla gravidanza.

Dopo essersi ripresa da un malore che le aveva momentaneamente tolto la vista, guardando in direzione dell'umile capezzale regalatole dalla cognata in occasione delle nozze, notò subito, con grande emozione e stupore, che dagli occhi sgorgavano lacrime.

Mi basta solo immaginare ciò che scatenò tale notizia in un luogo come la Borgata dove tutti “casualmente” sanno tutto degli altri e dove fino agli anni ottanta era consuetudine spiare dalle finestre delle case situate al piano terra quello che accadeva fuori.

Tale, tutto sommato, simpatica abitudine, era sicuramente resa ancor più graziosa dalla semplicità e dalla bontà d’animo senza dubbio più presente nel popolo degli anni cinquanta e che va via via scemando, purtroppo, al giorno d’oggi.

Lo scetticismo degli scienziati e la cautela della Chiesa non riuscirono però a frenare quella sete di Sacro che i fedeli avevano, e che grazie a Dio hanno ancora oggi, facendoli accorrere per sincerarsi di ciò che stava accadendo.

Una commissione scientifica si recò il giorno 1 settembre a casa Iannuso, con l'intenzione di prelevare alcuni campioni di lacrime dal quadretto.

Fu proprio davanti ai loro occhi che Maria, dopo che i medici avevano prelevato le lacrime, smise improvvisamente di piangere, come a voler dare un segno...

Gli essenziali riconoscimenti di veridicità successivamente arrivati dagli scienziati prima e dalla stessa Chiesa siciliana poi, non fecero altro che rafforzare quel sentimento cristiano nelle persone che ormai accorrevano come un fiume da ogni parte per ottenere miracoli e grazie dalle Lacrime della Vergine.

La moltitudine fu così vasta che bisognò esporre successivamente il quadro al di fuori dell’abitazione, sulla facciata di un edificio antistante la stessa e poi sulla vicina Piazza Euripide, dove rimase fino al 1968, anno in cui venne inaugurata la cripta del Santuario , ove lo stesso fu traslato.

Testimonianza tangibile dell'evento sono gli eccezionali e struggenti filmati dell’epoca, in cui si può umanamente e cristianamente ammirare gente, d’ogni classe e livello sociale, che viene ad implorare la liberazione da malattie fisiche spesso terribili.

Guardare quelle immagini è come proiettarsi direttamente nell’epoca, stare immobile accanto ai tanti sofferenti nell’ attesa che la Grazia divina, per intercessione della Vergine, conceda i miracoli implorati; si riesce a percepire quella fede pura, che vede in Dio l’unica soluzione dei mali.

Molti furono i miracoli elargiti per intercessione della Madonna delle Lacrime, e ancor oggi Maria si manifesta nella vita di coloro che amano il Suo Figlio.

In questo si differenzia, secondo me, la sublimità del Divino: nell’esaltare i poveri, i sofferenti, i più umili, come proprio i giovani abitanti della casetta di Via degli Orti n. 11, i quali, nella loro estrema modestia, nella semplicità di nuova famiglia che sta cercando di crescere concependo un figlio, ricevono un dono inestimabile ed inaspettato per gente non abituata ai riflettori ed ai posti in prima fila, le Lacrime della Madre del Signore, acqua sul terreno arso che rappresenta la vita della povera gente.

mercoledì 1 maggio 2024

Santa Lucia vergine e martire siracusana







SANTA LUCIA VERGINE E MARTIRE SIRACUSANA

Brevi cenni storici e considerazioni.

Ogni evento importante, impreziosito peraltro dai secoli che sono trascorsi dal suo svolgimento, racchiude sempre una parte di leggende o credenze popolari.

Splendido esempio cristiano di questa mia considerazione è la vita della “mia” patrona S. Lucia.

Guardando teneramente indietro nel passato possiamo vedere quanto siano semplici e molto migliorati rispetto ai tempi trascorsi, anche dei piccoli gesti facenti parte della nostra vita quotidiana.

Qualunque cristiano, che si reputi osservante, si reca puntualmente presso la Casa del Signore per partecipare alla S. Messa o semplicemente per colloquiare fiduciosamente con Colui che ci ha dato l’esistenza stessa.

Immaginiamo per un attimo che questa nostra solida libertà di culto venga a mancare improvvisamente e che dovremo essere costretti, in un futuro, a nascondere la nostra professione di fede a causa di un persecutore salito al potere.

Questa è orientativamente la situazione esistente pochi anni prima l’avvento di S. Lucia.

Alla fine del III secolo la Chiesa godeva di una tiepida tranquillità; anche personaggi pubblici, militari, la stessa moglie e la figlia dell’imperatore Diocleziano, professavano la nostra fede nonostante ci fossero filosofi sempre avversi nei confronti della nuova religione.

La successiva creazione della tetrarchia da parte di Diocleziano fece ascendere al potere alcuni cesari che vedevano molto negativamente la nuova religione.

Da questi eventi cominciarono le sanguinosissime persecuzioni anche per le comunità cristiane presenti a Siracusa, importantissime anche perché evangelizzate dallo stesso S. Paolo che rimase tre giorni a Siracusa durante il suo viaggio verso Roma.

Particolarmente importanti erano all’epoca le catacombe di S. Marciano, primo vescovo di Siracusa inviato direttamente a Siracusa da S. Pietro per fondare la prima Chiesa dedicata a Cristo, dopo quella di Antiochia.

In questo periodo storico vive la nostra Santa Lucia Lucia, la quale nasce verso la fine del III secolo d.C.

Sua madre Eutichia soffriva da tantissimo tempo d’emorragie e per ottenere da Dio la grazia di guarire, le due donne si recarono presso il sepolcro della Beata Agata a Catania.

Fu proprio lì che durante la preghiera Lucia cadde in un profondo sonno e sentì S. Agata chiederle come mai fosse venuta presso di lei a chiedere l’intercessione per la grazia poiché lei stessa sarebbe presto stata glorificata presso il Signore e sarebbe diventata importante per i siracusani come lei lo era per i catanesi.

Udito questo Lucia si era svegliata e si era resa conto che sua madre era completamente guarita.

Tornata a casa aveva più volte pregato la stessa Eutichia di concederle la dote che le sarebbe toccata per poterla distribuire ai poveri bisognosi, ma aveva ottenuto come risposta dalla madre che avrebbe ottenuto quanto chiesto quando sarebbe rimasta orfana.

Finalmente Lucia, perseverante come tutti coloro che costruiscono il Regno di Dio, riusciva ad ottenere i propri beni ed iniziava a dividerli a coloro che ne avevano bisogno; il suo disegno era di essere per sempre sposa di Cristo, unico vero bene di salvezza eterna.

Questa situazione arrivò alle orecchie del giovane promesso sposo di Lucia il quale dapprima non creò alcun problema in quanto tranquillizzato da Eutichia, la quale gli aveva riferito l’intenzione di Lucia di acquistare dei beni per lui stesso, ma poi, venuto a conoscenza dell’enorme fede della fanciulla, la denunciò al prefetto Pascasio.

Così iniziò la storia del martirio della vergine siracusana; Pascasio la sottopose ad un interminabile e durissimo processo con l’intenzione di farle rinnegare tutto ciò in cui ella credeva. La minacciò di esporla a pubblica vergogna se non avesse subito adorato gli idoli pagani.

Lucia, forte della fede in Dio, rinunciò sempre a piegarsi e quindi dopo aver fatto infuriare Pascasio con la sua determinazione fu condannata ad essere oltraggiata.

Fu proprio in seguito a questa decisione che la Santa doveva essere trascinata dai soldati, ma nulla poté muoverla dal luogo in cui si trovava; ancora più furioso Pascasio ordinò che fosse legata e trascinata prima da un gran numero di soldati e dopo, non ottenendo alcun risultato, legata a diverse paia di buoi.

Così il prodigioso evento si affermò ancor più, poiché nemmeno con tale forza Lucia fu spostata; Pascasio, quindi, ritenendola una praticante di riti magici decise di farla cospargere d’urina, per sfatare il sortilegio, e di farla ardere cospargendola di pece e resina.

Anche qui l’ennesimo fallimento del misero Pascasio, giacché Lucia, forte della sua fede nel Suo unico Sposo Gesù Cristo, non fu minimamente toccata dalle fiamme.

A tal punto Pascasio, il quale iniziava ad essere deriso dalle folle, decise di porre termine alla vicenda condannandola alla decapitazione; qualche istante prima che Lucia fosse definitivamente legata alla vita eterna, rivolgendosi ai suoi concittadini, preannunciò l’ imminente fine delle persecuzioni con la caduta del regno di Diocleziano e disse agli stessi siracusani che lei sarebbe venerata nella sua città, per grazia del Signore Cristo Gesù, come S. Agata lo era a Catania. Era il 13 Dicembre del 304.

Salita spiritualmente al Padre, degna d’onore e benedizione per aver immolato la propria vita per la fede in Gesù Cristo, fu seppellita nei pressi del luogo del martirio dove, nel punto esatto del suo martirio, la legenda colloca ancor oggi la presenza di una colonna situata, ai tempi moderni, all’interno della Basilica eretta in suo onore.

L'ipotesi della decapitazione è suffragata dalle condizioni in cui si trova oggi il Corpo della Santa: con il capo staccato e mancante di una vertebra.

Il Suo corpo rimase a Siracusa fino al 1039, anno in cui il generale bizantino Giorgio Maniace lo prese per donarlo all’imperatrice Teodora.

Successivamente, durante le crociate, i veneziani lo portarono presso la loro città dov’è attualmente venerato, dopo alcune traslazioni tra chiese della stessa città lagunare, presso la chiesa dei santi Geremia e Lucia, all'esterno della quale, dal Canal Grande, si può ammirare la scritta: "LUCIA VERGINE DI SIRACUSA MARTIRE DI CRISTO IN QUESTO TEMPIO RIPOSA ALL'ITALIA AL MONDO IMPLORI LUCE PACE".

FESTA DEL PATROCINIO

Un evento prodigioso si verificò nel mese di Maggio dell'anno 1646, durante una tremenda carestia il vescovo fece esporre il simulacro argenteo della Santa col proposito di pregare affinché intercedesse verso Dio per ottenere la grazia.

Durante la S. Messa domenicale una colomba entrò in Cattedrale e dopo aver volteggiato più volte si posò nei pressi del presbiterio.

Subito dopo entrarono in Chiesa gridando al miracolo in quanto dei bastimenti carichi di cereali e legumi erano entrati in porto per rifugiarsi, scongiurando così una tremenda moria.

Da quel giorno la Chiesa siracusana fece voto di ricordare l'evento perennemente la prima e la seconda domenica di Maggio.

Tale ricorrenza viene anche chiamata dialettalmente dai siracusani "Santa Lucia delle quaglie", in quanto quando il simulacro argenteo, durante il giro di Piazza Duomo, raggiunge la Chiesa di S. Lucia alla Badia, vengono fatte levare in volo un cospicuo numero di colombe.

MIRACOLOSA TRASUDAZIONE NEL SEPOLCRO

Nel 1735, durante la guerra che vedeva alleate Francia e Spagna contro Carlo VI imperatore d'Austria e re di Sicilia, il popolo siracusano fu ancora una volta costretto ad abbandonare le proprie abitazioni a causa dell'imminente bombardamento da parte spagnola.

Trovandosi in situazioni di estremo disagio, anche il clero aveva dovuto abbandonare i propri monasteri e si trovava costretto a vagare nelle campagne limitrofe alla città, il popolo siracusano si era ancora rivolto alla propria Patrona per ottenere protezione.

Fu a questo punto che gli ingegneri militari spagnoli, con doveroso rispetto verso il luogo Sacro, si recarono il 6 Maggio dello stesso anno al Sepolcro di Santa Lucia per preservarlo dai bombardamenti. Durante i sopralluoghi all'interno si accorsero che la statua marmorea della Santa, opera di Gregorio Tedeschi del 1600, aveva il volto, le mani ed i piedi ricoperti di un liquido simile a sudore.

Dapprima anche i religiosi che accompagnavano gli ingegneri pensarono ad un fenomeno dovuto all'umidità, ma ciò si ripeté nei due giorni successivi.

A tal punto si fecero rimuovere i vetri allora posti attorno alla statua e si asciugò con panni più volte il sudore, appurando che il guanciale, il velo e la veste erano asciutti.

Successivamente i bombardamenti ebbero inizio, ma non vi fu alcuna vittima tra i cittadini siracusani; persino il comandante imperiale Marchese Orsini rimase incolume, nonostante una bomba cadde all'interno della propria abitazione. La stessa bomba, perfettamente integra, viene ancora oggi conservata presso il museo luciano nella cattedrale di Siracusa.

Al termine delle ostilità un' apposita commissione poté affermare, ascoltati i testimoni, che la sudorazione dei giorni 6, 7 e 8 Maggio 1735 era miracolosa.

ISCRIZIONE DI EUSKIA

Rappresenta uno dei documenti più importanti riguardanti il culto di Santa Lucia a Siracusa.

Rinvenuta dall'archeologo Paolo Orsi il 22 giugno 1894 durante l'esplorazione delle catacombe di San Giovanni e datata intorno al V o VI secolo, venne probabilmente messa come pietra funeraria da un cristiano sulla tomba della propria consorte, tradotta dal greco recita testualmente:

"Euskia, la irreprensibile, vissuta buona e pura per anni circa 25, morì nella festa della mia Santa Lucia, per la quale non vi ha elogio condegno; (fu) cristiana fedele, perfetta grata al suo marito di molta gratitudine".


mercoledì 14 dicembre 2011

I miracoli della Madonna delle Lacrime

Dal punto di vista scientifico, il fenomeno della Lacrimazione è stato confermato da analisi chimiche svolte su alcune lacrime prelevate, da una commissione specializzata, direttamente sul quadretto in gesso il 1 settembre 1953. I risultati furono lampanti: si trattava di lacrime umane!

Naturalmente il meraviglioso dono della lacrimazione della Madonnina a Siracusa è stato un evento che ha portato frutti di conversione.

Tangibili stimoli che hanno dato frutto alla conversione di molti sono stati i tanti miracoli compiuti per intercessione del Cuore Immacolato ed Addolorato di Maria.

In questa sezione desideriamo riportare solo alcune delle testimonianze dell'epoca, tratte da un documento del Novembre 1953 recante anche l'approvazione ecclesiastica del Can. Salvatore Cilia, allora Vicario generale dell'Arcidiocesi di Siracusa.

Siamo certi che la voce di chi gridò al miracolo al momento dei fatti non può essere offuscata da eventuali dubbi che il tempo trascorso può far nascere nella mente del non credente.

La prima ad essere guarita fu Antonina Giusto Iannuso, proprietaria del quadretto in gesso e prima persona che si accorse della presenza delle lacrime; non ebbe più problemi né per la gravidanza in corso né per le successive.

Il piccolo siracusano Aliffi Salvatore di quasi due anni, gli era stato diagnosticata una neoplasia al retto, dopo che i genitori, ormai disperati, si erano rivolti all'intercessione di Maria il bambino non accusa più disturbi.

La piccola siracusana Moncada Enza di tre anni, dall'età di un anno soffriva di una paralisi al braccio destro; dopo che gli fu applicato del cotone benedetto innanzi al quadretto iniziò a muovere il braccio.

La siracusana Ferracani Caterina di 38 anni, colpita da una trombosi celebrale era rimasta paralizzata e muta. Al ritorno da una visita alla Madonnina e dopo aver applicato il cotone benedetto riacquista la voce.

Il trapanese Tranchida Bernardo di 38 anni, rimasto paralitico in seguito ad un incidente sul lavoro. Un giorno, si trovava ricoverato a Livorno, mentre due donne parlavano degli eventi di Siracusa, una di esse gli offrì un pezzo di cotone benedetto. Il pomeriggio il Tranchida telegrafò a casa dicendo di essere completamente guarito. La storia ebbe eco anche sul Corriere della Sera di Milano. Il Tranchida in seguito venne a Siracusa per onorare Maria.

Queste testimonianze, insieme alle centinaia di miracoli dell'epoca scientificamente definiti inspiegabili, devono essere per noi un esempio concreto dell'amore che Dio ha per i suoi figli, specialmente quelli che soffrono. Questo sentimento è ancora reso più grande dall'intercessione di Maria, Sua Madre, che ha voluto scegliere, in un contesto storico non facile, la città di Siracusa per manifestarsi.

Quanto importante sarebbe, per noi siracusani e non, fermarsi un attimo a riflettere su questi grandi doni. Quanto sarebbe migliore la nostra vita se pensassimo più a fare nostri questi doni divini valorizzandoli, anziché pensare a distruggere, con le nostre azioni, quello che ci è stato donato.

Questa non può e non vuole essere una "lezione di vita" astratta e basata su teorie surreali. Il nostro cuore, che tante volte ha sperimentato quanto ci sia di positivo in tutto questo, desidera invitarvi a riflettere, a guardare il cielo, a fermarsi un attimo a pregare.

Grazie.



Visita a Siracusa del Corpo di Santa Lucia 15 / 22 Dicembre 2004
Narrazione di un sogno
Sono certo che nulla di terreno è paragonabile a questa emozione esplosa irrimediabilmente dentro me e sicuramente dentro le migliaia di persone, tra le quali mia moglie e mio figlio, presenti vicino a me al Foro Italico, la cosiddetta “Marina” il giorno 15 dicembre 2004.
Il clima era davvero mite, dopo tanti giorni d’umidità e pioggia si presentava, come immaginavo ci fosse donata in occasione dell’evento, una giornata definita dai presenti quasi primaverile.
Migliaia di persone attendevano, nelle immediate vicinanze dell’approdo per le motovedette della Capitaneria di Porto di Siracusa, l’arrivo del corpo di Santa Lucia.
Arrivo atteso da novecentosessantacinque anni e finalmente, grazie all’impegno dell’Arcivescovo Mons. Giuseppe Costanzo ed alla collaborazione di altre autorità religiose e politiche, concretizzato in questo giorno di festa per i siracusani.
Lungo tutta la banchina del porto grande, transennata per l’occasione, echeggiavano canti religiosi diffusi dai tanti altoparlanti installati per l’occasione; il sempre simpaticissimo e trascinante padre Salvatore Arnone incitava da un palco i fedeli presenti a cantare e a prepararsi ad urlare insieme: “Viva Santa Lucia!” poiché la nave militare con le spoglie a bordo era ormai vicina.
Ad un tratto s’intravedevano alcuni rimorchiatori del porto i quali, per l’occasione speciale, effettuavano dei giochi d’acqua con gli strumenti di bordo, la voce di padre Arnone s’infervorava, la nostra Lucia era dietro quei battelli.
Iniziavano in cielo alcuni fuochi d’artificio mentre la gente iniziava a sventolare fazzoletti bianchi e ad urlare aiutata da alcuni presenti, probabilmente già portatori del Simulacro, “Sarausana je - Viva Santa Lucia”.
Probabilmente alcuni eventi che accadono durante la propria vita, non possono essere spiegati minimamente da alcuna scienza. A me è capitato di vivere un sogno pur essendo perfettamente sveglio.
Non credevo ai miei occhi: dotato di videocamera, acquistata per l’occasione, cercavo di focalizzare l’immagine e riuscivo a riconoscere la sagoma di quello stesso corpo visto tante volte alcuni anni prima, quando ho vissuto a Venezia.
No, non era un sogno, era una meravigliosa realtà che man mano si avvicinava alla banchina del porto ed allo stesso tempo l’emozione faceva spazio ad un’idea che ciò che stava accadendo era assolutamente normale: una ragazza meravigliosa ritornava, anche se per una settimana, nella propria città.
Il momento più emozionante, leggermente ritardato dai tempi tecnici di approdo, stava concretizzandosi; così le spoglie di Lucia, portate da alcuni militari della Marina, toccavano terra siracusana mentre canti, applausi, sventolio di fazzoletti bianchi, seppur silenzioso, provocavano un boato e le lacrime di molti presenti non riuscivano più ad essere contenute.
La meravigliosa Lucia era quindi sistemata su di un fercolo dorato messo a disposizione dalla chiesa di Carlentini e, dopo il discorso del Sindaco, del Vescovo di Siracusa e del Vicario del Patriarca di Venezia, iniziava il lungo tragitto, per le vie della sua città, fino alla Basilica del Sepolcro.
Particolarmente importanti sono state le soste all’Ospedale prima, ed al Santuario della Madonna delle Lacrime poi. Qui un altro evento emozionante si stava per realizzare: il quadretto originale che aveva lacrimato nel 1953 era portato, tra le mani del rettore mons. Michele Giansiracusa sotto le scale dell’ingresso della Basilica stessa, all’incontro con le spoglie dell’altra donna che aveva illuminato tanti secoli prima Siracusa.
Poco dopo, l'arrivo al sacrario della Basilica del Sepolcro, così Lucia ritornava a casa.
Così trascorrevano i primi giorni di permanenza del corpo di Lucia a Siracusa, si poteva notare come la Sua presenza fosse un sogno per le migliaia di persone che facevano imperterrite pazientemente la fila per entrare in Chiesa.
Arrivava, però, il giorno della partenza per il ritorno a Venezia.
Il pomeriggio del 22 dicembre su Piazza Santa Lucia l' attesa prima che il Corpo venisse traslato al vicino stadio e da lì, in elicottero, trasportato all’aereo che lo avrebbe ricondotto a Venezia.
Ancora tanta, tanta emozione da parte di tutti: prima quando uscirono, accompagnate dai Vigili del Fuoco, le spoglie di Lucia, ancora acclamate in modo degno e composto dal popolo presente e poi quando l’elicottero, dopo averle accolte, decollava tra lo sventolio degli stessi fazzoletti bianchi che le avevano accolte sette giorni prima.
Non dimenticherò mai in vita mia questa esperienza di fede e d’amore; le persone urlavano: “Sarausana je – Viva Santa Lucia” ed ancora “Lucia sei la nostra Patrona, ritorna qui a casa tua”.
Persino il pilota dell’ elicottero, dopo aver effettuato tre giri sulla città prima di dirigersi verso Nord, si prodigava in una manovra che voleva rappresentare il saluto di Lucia alla sua gente.
Lucia tornava così a riposare presso la chiesa dei SS. Geremia e Lucia a Venezia e nel cuore di tutti i siracusani riecheggiano ancora le parole dell' Arcivescovo mons. Costanzo che affermava che anche da Venezia Lei ci starà sempre vicina.
Nel cuore, grato alla Chiesa Veneziana e Siracusana, di tutti noi rimane sempre la speranza che Lucia possa definitivamente tornare qui, a casa sua.

Lucia torna a Siracusa dopo 10 anni - dal 14 al 22 dicembre 2014
Se ci sono occasioni nella vita durante le quali si devono esprimere sentimenti profondo attraverso le parole, questa è una di quelle.
In questa occasione ancor più che in quella di dieci anni fa, ho avuto occasione di servire Lucia, strumento del Signore ed esempio fulgido di vita cristiana, passando ore intense vicino alle sue spoglie mortali.
Dal momento del suo arrivo, nel tiepido pomeriggio del 14 dicembre presso il piazzale antistante il Pantheon, Lucia è stata inondata dalla folla dei suoi concittadini e dalle migliaia di fedeli devoti giunti da ogni parte della Sicilia e dell'Italia.
Ho visto, accompagnato, aiutato a pregare bambini, anziani, adulti con evidenti e nascosti problemi fisici, spirituali, morale durante i sette giorni di permanenza alla Basilica della Borgata prima e i due giorni in Cattedrale poi,e Lucia era sempre li immobile, nella possente bellezza delle sue spoglie mortali, ma con una carica di amore e di spiritualità che nemmeno un uragano può eguagliare.
Tante le lacrime delle persone, le grida di gioia, di affetto, di dolore tutte rivolte a Lei, avvocata presso il Signore insieme a Maria per noi siracusani e non.
Immensa e commovente la folle nelle due processioni del 14 dicembre, dove è stata accompagnata dal Pantheon in borgata con sosta presso l'ospedale Umberto I ed al Santuario, la prima volta all'interno della Basilica insieme al quadretto miracoloso, dove è stata celebrata la S. Messa, poi quella del 20 dicembre dove Lucia ha raggiunto la Cattedrale per ricevere ancore innumerevoli visite e preghiere.
Ancora calorosa  la folla spontanea che si è creata il giorno 22, quando Lucia doveva lasciare la sua città per tornare a Venezia. I siracusani non sapevano quando e come Lucia sarebbe ripartita, ma un passavoce umano ha fatto si che il percorso dalla Cattedrale per  via Minerva, via Roma, piazza Archimede, corso Matteotti, l.go XXV Luglio, corso Umberto e via Elorina, da dove Lucia partiva per raggiungere l'Aeroporto di Catania, fosse colmo di gente che ancora gridava : Sarausana Jè.
Grazie, grazie, grazie Signore per averci donato ancora una volta la presenza di Santa Lucia col suo Corpo e per averla resa tua figlia prediletta.
Emanuele

Il nostro viaggio a Venezia

Per il nostro 7° anniversario di matrimonio ci siamo voluti fare un regalo: ritornare, dopo sei anni circa, a Venezia.

Questa volta, però, avevamo nel cuore un dolce ricordo: la visita di Santa Lucia a Siracusa del dicembre 2004.

Così siamo andati a trovare, sempre con l'aiuto di Dio il quale ha messo i santi sul nostro cammino come esempio, la nostra illustre Patrona.

Un'emozione sempre forte rivederla e poter stare a pregare tranquillamente davanti il suo corpo, dialogare con lei considerandola nostra sorella e ambasciatrice per intercedere verso il Padre.

Potete ammirare alcune delle più belle foto che abbiamo fatto a Venezia nella nostra galleria fotografica.

Anche queste immagini, nella loro semplicità, vogliono trasmettere il nostro amore per S. Lucia, la quale deve essere sempre un esempio di vera vita cristiana per noi.

Non dimentichiamo mai, però, come ricorda un cartello posto sotto l'urna che contiene le sue spoglie, di adorare soltanto Colui che l'ha resa Santa. Venerando e prendendo ad esempio i Santi non dimentichiamo mai che Dio è sopra ogni cosa.

la gioia che da un figlio

E' davvero strano sotto quanti aspetti diversi possano essere viste situazioni simili.

Da una parte una mamma che, durante la sua gravidanza, si trova in ospedale con dolori lancinanti preoccupata per il proprio piccolo, dall'altra un' altra mamma, più giovane, che sopporta dolori altrettanto lancinanti provocati a causa della sua scelta di liberarsi di quell' "imprevisto" che si trova in grembo.

Non si tratta di facili giudizi o di moralismi generici, ognuno ha i propri problemi, si tratta semplicemente del rispetto per la vita umana.

Si, noi uomini che tante battaglie sosteniamo per la tutela, seppur giusta ma con la dovuta misura, degli animali, davanti lo sviluppo meraviglioso di una vita umana che noi abbiamo fatto sì che si insinuasse, abbiamo paura e decidiamo immediatamente di disfarcene.

E già, quanti sacrifici impone essere genitori, essere soggetti ai tempi del bambino, alle sue malattie, ai suoi capricci, ma quanta meraviglia c'è nel vedere i suoi continui progressi, le prime parole, i primi passi, le prime emozioni, quel dipendere e fidarsi totalmente dei genitori aprendo la piccola bocca per ricevere qualsiasi cosa essi gli diano.

Quel crescere continuamente, quell' orgoglio di sentirsi chiamare papà o mamma, quel poter dialogare con lui come si può fare con un buon amico, meraviglioso!

Perché buttare al vento tutto questo? Senza dubbio bisogna avere la coscienza di essere genitori, ma non è assolutamente concepibile distruggere quella piccola vita che senza colpa e senza volontà propria si trova dentro quel grembo.

Un esempio straordinario vissuto è quello di una ragazza trentenne, mamma di un bimbo di 10 anni e di uno in grembo, che ai piedi del corpicino esanime dell'altra sua bimba di appena 21 mesi, dopo aver superato con forza tante sofferenze e sacrifici per cercare di combattere la malattia che ha oppresso la piccola, ringrazia Dio per il grande dono di avergliela data, anche se per poco, ed esprime con animo forte la propria idea di difendere ad ogni costo la vita umana.

Sull' esempio di questi due genitori, che tanta spiritualità hanno dato alla nostra famiglia in un periodo terribile della loro vita, abbiamo imparato a riflettere su cosa significhi un figlio.

Desideriamo davvero ringraziarli per l'esempio di fede e di famiglia che ci hanno dato e speriamo che quando magari leggeranno questa pagina sentiranno il nostro calore ed il nostro affetto, nonostante sia stata davvero dura la prova a cui sono stati sottoposti.

Un figlio. Accettiamolo sempre quando viene! Sicuramente il Signore saprà guidarci sulla giusta via e sulle scelte migliori per la vita di quel futuro uomo.


I Bambini imparano ciò che vivono

Se il bambino viene criticato, impara a condannare.

Se vive nell’ostilità, impara ad aggredire.

Se viene deriso, impara la timidezza.

Se vive vergognandosi, impara a sentirsi colpevole.

Se vive trattato con tolleranza, impara ad essere paziente.

Se vive nell’incoraggiamento, impara la fiducia.

Se vive nell’approvazione, impara ad apprezzare.

Se vive nella lealtà, impara la giustizia.

Se vive con sicurezza, impara ad aver fede.

Se vive volendosi bene, impara a trovare amore ed amicizia nel mondo.

Doret Law Nolte


"Se non ritornerete come bambini non entrerete mai" (Mt 18,3)

In particolari occasioni questo versetto del Vangelo ha risuonato dentro la mia mente ed il mio cuore come un fulmine a ciel sereno.

Ho potuto personalmente constatare quanto veramente può essere grande la catechesi che innocentemente può fare un bambino, molto più profonda di mille discorsi di adulti "esperti".

E' proprio così, Cosimo, dalla piccola esperienza della sua tenera età, con una semplice frase è riuscito a farmi riflettere in momenti particolarmente difficili, è stato capace di far focalizzare i miei pensieri sui valori fondamentali dell'esistenza di un cristiano.

Vi spiego: ha incartato per gioco, come se stesse facendomi dei regali, alcuni oggetti, tra cui piccoli suoi giocattoli ed altre cose.

Ad un tratto, consegnandomi uno di essi, accenna al contenuto dicendomi: "è una cosa che tu ami tantissimo...".

Incuriosito apro il pacchettino e con mia grande commozione vi trovo dentro un piccolo Crocifisso che lui tiene appeso spesso come capezzale al suo lettino.

Che grande lezione che mi ha dato mio figlio! E' riuscito con un gesto, che per lui era un gioco, a fare tornare il mio sguardo sul vero obiettivo della vita.

Il Vangelo è sempre il Vangelo: " Se non ritornerete come bambini non entrerete mai ".

Emanuele