"Il pianto di Maria è struggente manifestazione della tenerezza di una madre, ma anche accorato richiamo all' urgenza della conversione. La Madonna invita ciascuno ad una profonda revisione del comportamento". GIOVANNI PAOLO II, Visita Pastorale a Siracusa 5-6 Novembre 1994
LACRIMAZIONE DELLA MADONNINA A SIRACUSA
29 AGOSTO – 1 SETTEMBRE 1953
Brevi cenni storici e considerazioni
Era il 29 Agosto del 1953 quando, in una piccolissima ed umile casa tipicamente “buggariota” (della borgata), sita in Via degli Orti di S. Giorgio n. 11 a Siracusa, avvenne un inspiegabile miracolo: un quadretto di gesso raffigurante il cuore immacolato di Maria pianse. E lo fece per quattro giorni consecutivi.
L'effige della Madre SS. lacrimò in una casetta di giovani sposi, i coniugi Iannuso, proprio quando la ragazza, Antonietta, era incinta e stava soffrendo gravi problemi di salute derivanti dalla gravidanza.
Dopo essersi ripresa da un malore che le aveva momentaneamente tolto la vista, guardando in direzione dell'umile capezzale regalatole dalla cognata in occasione delle nozze, notò subito, con grande emozione e stupore, che dagli occhi sgorgavano lacrime.
Mi basta solo immaginare ciò che scatenò tale notizia in un luogo come la Borgata dove tutti “casualmente” sanno tutto degli altri e dove fino agli anni ottanta era consuetudine spiare dalle finestre delle case situate al piano terra quello che accadeva fuori.
Tale, tutto sommato, simpatica abitudine, era sicuramente resa ancor più graziosa dalla semplicità e dalla bontà d’animo senza dubbio più presente nel popolo degli anni cinquanta e che va via via scemando, purtroppo, al giorno d’oggi.
Lo scetticismo degli scienziati e la cautela della Chiesa non riuscirono però a frenare quella sete di Sacro che i fedeli avevano, e che grazie a Dio hanno ancora oggi, facendoli accorrere per sincerarsi di ciò che stava accadendo.
Una commissione scientifica si recò il giorno 1 settembre a casa Iannuso, con l'intenzione di prelevare alcuni campioni di lacrime dal quadretto.
Fu proprio davanti ai loro occhi che Maria, dopo che i medici avevano prelevato le lacrime, smise improvvisamente di piangere, come a voler dare un segno...
Gli essenziali riconoscimenti di veridicità successivamente arrivati dagli scienziati prima e dalla stessa Chiesa siciliana poi, non fecero altro che rafforzare quel sentimento cristiano nelle persone che ormai accorrevano come un fiume da ogni parte per ottenere miracoli e grazie dalle Lacrime della Vergine.
La moltitudine fu così vasta che bisognò esporre successivamente il quadro al di fuori dell’abitazione, sulla facciata di un edificio antistante la stessa e poi sulla vicina Piazza Euripide, dove rimase fino al 1968, anno in cui venne inaugurata la cripta del Santuario , ove lo stesso fu traslato.
Testimonianza tangibile dell'evento sono gli eccezionali e struggenti filmati dell’epoca, in cui si può umanamente e cristianamente ammirare gente, d’ogni classe e livello sociale, che viene ad implorare la liberazione da malattie fisiche spesso terribili.
Guardare quelle immagini è come proiettarsi direttamente nell’epoca, stare immobile accanto ai tanti sofferenti nell’ attesa che la Grazia divina, per intercessione della Vergine, conceda i miracoli implorati; si riesce a percepire quella fede pura, che vede in Dio l’unica soluzione dei mali.
Molti furono i miracoli elargiti per intercessione della Madonna delle Lacrime, e ancor oggi Maria si manifesta nella vita di coloro che amano il Suo Figlio.
In questo si differenzia, secondo me, la sublimità del Divino: nell’esaltare i poveri, i sofferenti, i più umili, come proprio i giovani abitanti della casetta di Via degli Orti n. 11, i quali, nella loro estrema modestia, nella semplicità di nuova famiglia che sta cercando di crescere concependo un figlio, ricevono un dono inestimabile ed inaspettato per gente non abituata ai riflettori ed ai posti in prima fila, le Lacrime della Madre del Signore, acqua sul terreno arso che rappresenta la vita della povera gente.