mercoledì 14 dicembre 2011

la gioia che da un figlio

E' davvero strano sotto quanti aspetti diversi possano essere viste situazioni simili.

Da una parte una mamma che, durante la sua gravidanza, si trova in ospedale con dolori lancinanti preoccupata per il proprio piccolo, dall'altra un' altra mamma, più giovane, che sopporta dolori altrettanto lancinanti provocati a causa della sua scelta di liberarsi di quell' "imprevisto" che si trova in grembo.

Non si tratta di facili giudizi o di moralismi generici, ognuno ha i propri problemi, si tratta semplicemente del rispetto per la vita umana.

Si, noi uomini che tante battaglie sosteniamo per la tutela, seppur giusta ma con la dovuta misura, degli animali, davanti lo sviluppo meraviglioso di una vita umana che noi abbiamo fatto sì che si insinuasse, abbiamo paura e decidiamo immediatamente di disfarcene.

E già, quanti sacrifici impone essere genitori, essere soggetti ai tempi del bambino, alle sue malattie, ai suoi capricci, ma quanta meraviglia c'è nel vedere i suoi continui progressi, le prime parole, i primi passi, le prime emozioni, quel dipendere e fidarsi totalmente dei genitori aprendo la piccola bocca per ricevere qualsiasi cosa essi gli diano.

Quel crescere continuamente, quell' orgoglio di sentirsi chiamare papà o mamma, quel poter dialogare con lui come si può fare con un buon amico, meraviglioso!

Perché buttare al vento tutto questo? Senza dubbio bisogna avere la coscienza di essere genitori, ma non è assolutamente concepibile distruggere quella piccola vita che senza colpa e senza volontà propria si trova dentro quel grembo.

Un esempio straordinario vissuto è quello di una ragazza trentenne, mamma di un bimbo di 10 anni e di uno in grembo, che ai piedi del corpicino esanime dell'altra sua bimba di appena 21 mesi, dopo aver superato con forza tante sofferenze e sacrifici per cercare di combattere la malattia che ha oppresso la piccola, ringrazia Dio per il grande dono di avergliela data, anche se per poco, ed esprime con animo forte la propria idea di difendere ad ogni costo la vita umana.

Sull' esempio di questi due genitori, che tanta spiritualità hanno dato alla nostra famiglia in un periodo terribile della loro vita, abbiamo imparato a riflettere su cosa significhi un figlio.

Desideriamo davvero ringraziarli per l'esempio di fede e di famiglia che ci hanno dato e speriamo che quando magari leggeranno questa pagina sentiranno il nostro calore ed il nostro affetto, nonostante sia stata davvero dura la prova a cui sono stati sottoposti.

Un figlio. Accettiamolo sempre quando viene! Sicuramente il Signore saprà guidarci sulla giusta via e sulle scelte migliori per la vita di quel futuro uomo.


I Bambini imparano ciò che vivono

Se il bambino viene criticato, impara a condannare.

Se vive nell’ostilità, impara ad aggredire.

Se viene deriso, impara la timidezza.

Se vive vergognandosi, impara a sentirsi colpevole.

Se vive trattato con tolleranza, impara ad essere paziente.

Se vive nell’incoraggiamento, impara la fiducia.

Se vive nell’approvazione, impara ad apprezzare.

Se vive nella lealtà, impara la giustizia.

Se vive con sicurezza, impara ad aver fede.

Se vive volendosi bene, impara a trovare amore ed amicizia nel mondo.

Doret Law Nolte


"Se non ritornerete come bambini non entrerete mai" (Mt 18,3)

In particolari occasioni questo versetto del Vangelo ha risuonato dentro la mia mente ed il mio cuore come un fulmine a ciel sereno.

Ho potuto personalmente constatare quanto veramente può essere grande la catechesi che innocentemente può fare un bambino, molto più profonda di mille discorsi di adulti "esperti".

E' proprio così, Cosimo, dalla piccola esperienza della sua tenera età, con una semplice frase è riuscito a farmi riflettere in momenti particolarmente difficili, è stato capace di far focalizzare i miei pensieri sui valori fondamentali dell'esistenza di un cristiano.

Vi spiego: ha incartato per gioco, come se stesse facendomi dei regali, alcuni oggetti, tra cui piccoli suoi giocattoli ed altre cose.

Ad un tratto, consegnandomi uno di essi, accenna al contenuto dicendomi: "è una cosa che tu ami tantissimo...".

Incuriosito apro il pacchettino e con mia grande commozione vi trovo dentro un piccolo Crocifisso che lui tiene appeso spesso come capezzale al suo lettino.

Che grande lezione che mi ha dato mio figlio! E' riuscito con un gesto, che per lui era un gioco, a fare tornare il mio sguardo sul vero obiettivo della vita.

Il Vangelo è sempre il Vangelo: " Se non ritornerete come bambini non entrerete mai ".

Emanuele